carlaIl giorno 11/2/2017 presso il Cen tro Culturale Valdese di Palazzo Cavagnis si è riunita l’assemblea annuale della ass. “La gabbianella e altri animali” per discutere il seguente odg:

– linee di indirizzo per l’anno sociale 2017: lavoro nell’ICAM, nel Carcere maschile di S.M. Maggiore, solidarietà familiare, rilancio dell’affidamento;

– votazione del bilancio preventivo e consuntivo;

– elezione delle cariche: presidenza, direttivo, revisori dei conti;

– varie ed eventuali.

L’Associazione continuerà sul solco del lavoro precedente a cui si sommeranno dei progetto nuovi, nella misura in cui sarà possibile attuarli, in collaborazione con le Istituzioni: “Lavorare per i propri figli “, progetto rivolto al Carcere Maschile di S. Maria Maggiore, se la Regione Veneto lo approverà; “I riti della sera” per i bambini del Carcere Femminile; “Case solidali”, un progetto volto ad incentivare l’affidamento di minori stranieri e italiani sul territorio di Venezia; una ricerca sullo sviluppo intellettivo dei bambini dell’ICAM; un convegno sul funzionamento degli ICAM nel nostro paese.

Sia il Direttivo che la Presidenza sono cambiati. Eccovi coloro che guideranno la Gabbianella nel 2017:
Francesca Emili (presidente)

Ilenia Rosteghin (vicepresidente)

Laura Fravega (segretaria)

Paola Di Biagi (tesoriera)

Carla Forcolin (consigliere)

Anni fa mi presentai dimissionaria ad un’assemblea, sperando che da lì giungesse una nuova presidente, ma mi fu presto chiaro che le mie dimissioni avrebbero affossato l’associazione, che tanta strada aveva già fatto e tanta ne doveva ancora fare. Mi ripresi l’onere del mio ruolo.

Adesso, nel 2017, le cose sono cambiate: l’Associazione può contare su di una nuova presidente, che ha la mia fiducia e che ha voglia di lavorare e su di una segreteria efficiente, che svolge il suo ruolo in maniera professionale ed insieme creativa. Anche il Direttivo si è riorganizzato, in modo da poter funzionare con cadenza mensile ed essere l’organismo che attua le linee di indirizzo date dall’assemblea.

Io ho “festeggiato” la mia nuova libertà con un’impresa sci-alpinistica non da poco (ho fatto due gite importanti sull’Etna, partendo da Nicolosi, con i miei amici del CAI) e questo mi ha impedito di scrivere “a caldo” sulla bella assemblea di sabato 11/2, il cui verbale è nel registro soci, a disposizione di tutti.

Nell’assemblea si è pensato di avviare dei nuovi progetti, davvero grandi e interessanti, ma che hanno ovviamente bisogno di tempo e nuovi contatti per cominciare a funzionare: uno di questi dovrebbe rivolgersi ai minori stranieri non accompagnati, che vorremmo riuscire ad inserire presso famiglie disponibili, dando anche ad esse dei vantaggi. Ci sono poi i bambini del carcere, che non sono molti, ma che hanno tanto bisogno di cure, perché particolarmente fragili. Per loro abbiamo concepito un progetto nuovo, consistente nell’obiettivo di aiutare le mamme a dare loro “buone abitudini quotidiane”, come dei ritmi sonno-veglia adeguati o come il nutrirli in maniera sana. Abbiamo anche appena avviato dei progetti di collaborazione con l’Università e vorremmo cominciare un’azione forte per far capire al Ministero di Giustizia come i figli delle detenute, che vivono negli ICAM, debbano essere mandati alla scuola materna e, prima, all’asilo nido esterno al carcere, curati nel corpo/mente ed integrati nel nostro paese a tutti gli effetti. Naturalmente, se si continuerà a non garantire ai bambini, che escono dal carcere con le mamme, gli stessi diritti che hanno i bambini italiani (i piccoli che trascorrono la loro prima infanzia negli istituti di pena sono quasi sempre stranieri), le energie spese per seguirli durante la detenzione materna non basteranno a garantire loro una vita “normale”, cioè scuola prima e lavoro e autosufficienza poi. Spesso quei bambini sono apolidi, senza cittadinanza italiana né di alcun altro stato e questo li predispone alla delinquenza in modo quasi … naturale. Che si può fare per vivere se nessuno ti educa e ti avvia al lavoro, se non usare mezzi illeciti?

Qui è evidente che l’obiettivo non può essere di nostra pertinenza, ma noi potremmo far capire questo stato di cose, che confligge con la Convenzione di New York sui diritti del fanciullo, ai nostri legislatori. Insomma, continueremo a fare ciò che abbiamo sempre fatto con pazienza e raggiungendo risultati (legge 173/2015) di cui siamo orgogliosi. Naturalmente, mentre guardiamo lontano non scordiamo i bambini vicini, che ogni giorno sono da noi accompagnati all’asilo e alla scuola materna, oltre che a ricevere cure mediche, se ce n’è bisogno, a divertirsi nel giorni festivi, ecc.

Se queste sono le linee di lavoro, rimane però aperto un problema interno: quello dell’autofinanziamento, necessario a far fronte ad una segreteria regolarmente pagata. Le quote d’iscrizione non bastano di certo e aiuti pubblici non ne abbiamo quasi. Gli aiuti che ci vengono da privati non sono delle certezze, come il 5×1000, i calendari, le lotterie. Avremmo bisogno di un gruppo di sostenitori che ci garantisse aiuti, facendo ciascun sostenitore una o due volte all’anno delle iniziative volte ad aiutarci. Oppure avremmo bisogno di altra fonte regolare di finanziamento.

Alilaguna ci ha molto aiutato e così gli amici della Pantomima, il gruppo del mercatino di S. Giobbe, l’associazione Arcobaleno, ecc. ma siamo lontani dal capire come faremo in futuro a pagare la nostra unica dipendente e le varie accompagnatrici per i bambini che non riusciamo a far uscire solo sulla base del volontariato.

Ma non si può che proseguire sulla strada tracciata: quella per cui i privati e anche le Istituzioni ci aiutano perché credono in quello che facciamo. Quindi lavoriamo bene e saremo credibili e aiutati! La fiducia che chiedo ai miei collaboratori di avere non è cieca, ma supportata dall’esperienza di 18 anni, in cui la Gabbianella ha sempre fatto fronte ai suoi impegni.

Come i diciottenni in carne e ossa, anche l’Associazione ha per certi versi raggiunto la maggiore età, ma non è ancora in grado di mantenersi. Lo diventerà nei prossimi anni, se continuerà a svolgere il suo lavoro e ad attuare i suoi principi. Abbiamo cominciato dal nulla, aiutati dalla Comunità Valdese che ha subito creduto in noi. Con gli amici di sempre e con quelli che vorranno credere nelle nostre proposte riusciremo a proseguire per la nostra strada.

Grazie a chi ha raccolto il testimone della mia opera. Io rimarrò nel direttivo come consigliera e poi mi occuperò soprattutto di studi e ricerche sul campo. Vorrei che non ci si dimenticasse che siamo partiti dall’adozione (Francesca Emili, la nuova presidente, è madre adottiva), che abbiamo lottato perché l’affidamento diventasse umano e che pratichiamo la solidarietà familiare, oltre che seguire i figli dei detenuti. Vorrei che non si smettesse di cercare disponibilità all’affidamento e all’adozione, soprattutto in questo periodo, in cui nessuno sembra offrirsi per accogliere in casa bambini e adolescenti.

Un caro saluto a tutti e un augurio alla nuova presidente.

Carla Forcolin

 

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